Il pianeta Terra è sempre meno in salute, e in Europa l’allevamento intensivo è una delle cause di questi problemi.
Trovare delle soluzioni che ci permettano di contrastare le crisi climatiche ed ambientali, come inquinamento, perdita di biodiversità o riscaldamento globale, è di prioritaria importanza, e per fare ciò serve migliorare in tutti i settori.
In Italia il 55% della carne che consumiamo arriva dall’estero, e l’85% è prodotta in allevamenti intensivi, i quali hanno un impatto negativo sull’ecosistema, sul benessere degli animali e sulla salute delle persone. (Dati ISMEA report 2020)
○ Alimentazione a mangimi e cereali per accrescere i bovini nel minor tempo possibile;
○ Necessità di destinare grandi porzioni di suolo alla coltivazione di cereali in regimi di monocoltura, utilizzando spesso pesticidi inquinanti per le falde acquifere;
○ Benessere animale ridotto con animali che vivono tutta la vita in una stalla, con necessità di somministrare antibiotici e altri farmaci;
○ Carne di bassa qualità, soprattutto a livello nutrizionale.
MA NON DEVONO MIGLIORARE SOLO I PRODUTTORI. DEVONO MIGLIORARE ANCHE LE ABITUDINI DEI CONSUMATORI, CON SCELTE DI ACQUISTO PIÙ CONSAPEVOLI, IN QUANTO ESISTONO, GIÀ OGGI, SOLUZIONI EFFICACI
Consumare meno carne e di qualità migliore, affidandosi ad allevamenti sostenibili.
Numerosi studi scientifici, come ad esempio QUESTO o QUESTO dimostrano che una dieta Flexitariana, la quale include anche il consumo di carne rossa, abbia un impatto ambientale decisamente inferiore (fino al 25% in meno) rispetto a una dieta Vegana o Vegetariana, considerando le emissioni di gas serra, la superficie di terreno coltivato, l’acqua dolce consumata, l’azoto e il fosforo prodotti.
Grazie a Pascol è possibile acquistare carne di provenienza certa da piccoli allevamenti estensivi e semi-estensivi, i quali risolvono quasi tutti i problemi degli allevamenti intensivi: